Taranto e il referendum per cambiare la storia della città

“Ecco il motivo del Referendum per l’ingresso della Provincia di Taranto in Basilicata – chiosa Nicola Russo – perché ci sono i comuni della Costa Ionica-Lucana che hanno bisogno di svilupparsi e crescere economicamente in quel versante, dato che il mare è ricchezza e il corridoio della costa Ionica-Lucana-Calabrese è senza dubbio il territorio naturale necessario per creare un grande e vitale sviluppo commerciale e turistico;

peraltro, se guardate la foto, vi accorgerete che con l’ingresso di Taranto in Basilicata e dei 15 comuni del Cilento (Basso Salernitano-Marina di Camerota, Palinuro,ecc.) la Basilicata avrebbe due importanti sbocchi commerciali e turistici a mare (Ionio e Tirreno), ed i Baresi sanno che, in questo modo, Taranto (insieme a Potenza e Matera) diventerebbe la città più importante del Meridione d’Italia, al centro (con il Porto e l’Aeroporto Intercontinentale di Grottaglie) dei traffici turistici e commerciali,verso il Mediterraneo; d’altronde il Porto di Taranto è più strategico rispetto a quello di Bari e l’aeroporto Di Grottaglie ha una delle piste più lunghe d’Europa”.Si tratta di chilometri di arenili tra i più estesi del meridione e che uniti alle fasce di pinete retrostanti possono dare vita ad uno sviluppo ordinato turistico, fonte di sostentamento della popolazione della Magna Grecia di un tempo, tra l’altro, in alternativa agli impianti produttivi inquinanti.

Pare che i Lucani non vedono l’ora di votare. Il Metapontino, nonché la Basilicata tutta, attende con le braccia aperte, l’accorpamento della Provincia di Taranto alla regione, povera di abitanti, perché la gente va a cercare il futuro altrove. “Se così stanno le cose c’è solo una cosa da fare: affrettare i tempi e non rimandare sine die, come è uso e costume di tutto il Meridione. Dopo depositeremo le firme in Provincia, che dovrà controllarne il numero prescritto (15.000) e, una volta fatto questo riscontro l’Ente delibererà il Referendum inviando il tutto in Cassazione, che dovrà autorizzare la consultazione popolare – ha precisato Nicola Russo – hanno fatto un sondaggio sul Referendum, chi è pro e chi contro, ma come si può fare un sondaggio se non si spiega prima in cosa consiste il Progetto Economico alla base del Referendum? Le solite cose tarantine”.

“Il treno sta passando…. per noi tarantini e sta a noi salire sopra per non perderlo. Il futuro di Taranto è nelle nostre mani, tenendo presente che anche la Basilicata non può perdere questo importante treno. Oggi chiamarci pugliesi o lucani può non significare molto, se non ricreare, con l’ingresso di Taranto nella regione Basilicata, i valori della Magna Grecia (si pensi alla costa ionica-lucana-calabrese), con tutti i benefici culturali ed economici del caso” hanno concluso Nicola Russo e Gaetano Leucci.