Antonio Savasta, dieci anni di reclusione al magistrato

Il magistrato Antonio Savasta è stato condannato a dieci anni di reclusione. Le accuse sono di concussione e corruzione in vicende giudiziarie. E’ stato questo l’esito del processo che si è svolto con rito abbreviato. A dare la sentenza è stata il magistrato Cinzia Vergine. Nella decisione della pena non è stata tenuta in conto dalla pubblica accusa la collaborazione del magistrato come attenuante. L’ex pm era stato arrestato nel gennaio 2019 e accusato di aver gestito atti tributari e giudiziari al fine di favorire alcuni imprenditori indagati. Costoro lo ripagavano con oggetti di valore, soprattutto gioielli, spesso anche diamanti, ma riceveva anche fiori di quattrini.

Confiscati beni ad Antonio Savasta

Altre due personalità sono state coinvolte nella vicenda insieme ad Antonio Savasta. Si tratta di Vincenzo Di Chiaro, ispettore di polizia, e Michele Nardi, anche lui magistrato. Le vicende che avrebbe gestito Savasta con la collaborazione degli altri due indagati vanno dal 2014 al 2018. Gli inquirenti hanno approfondito le indagini e hanno scoperto che altre persone sono coinvolte nella vicenda, almeno altre cinque. Savasta è stato accusato di aver fatto parte di un’associazione a delinquere. All’ex magistrato sono stati confiscati beni per due milioni e 390mila euro di valore.

Altre condanne alle persone coinvolte nella vicenda

E’ invece in corso il processo per le altre persone coinvolte nella vicenda. Oltre a Vincenzo di Chiaro e Michele Nardi, sono coinvolti anche Luigi Scimè, anche lui ex pm di Trani, che è stato condannato a quattro anni di reclusione, e Luigi D’Agostino, imprenditore. Sono stati condannati anche gli avvocati Ruggero Sfrecola e Giacomo Ragno, il primo a quattro anni e quattro mesi e il secondo a due anni e otto mesi. A Luigi Scimé sono stati confiscati beni per 75 mila euro e a Giacomo Ragno per 224 mila euro.