Puglia, con tampone negativo finisce in quarantena

Una tarantina con tampone negativo finisce in quarantena. Si tratta di una delle tante storie e di paradossi che sono accaduti durante l’emergenza covid 19 in Puglia. La donna non riusciva a rientrare in Italia, e neanche aveva le dovute informazioni per farlo, visto che dall’estero non è possibile contattare il numero verde nazionale Covid. Tuttavia, la donna è riuscita a rientrare il 14 agosto ma ha dovuto dichiarare il falso. Rynair il giorno prima del volo le aveva inviato una mail con un’autocertificazione che le doveva fornire in aeroporto.

La tarantina ha firmato l’autocertificazione e l’ha data ai poliziotti

Nell’autocertificazione la tarantina doveva dichiarare che, vista l’ordinanza che il ministero della Salute aveva emanato il giorno prima, giunta in Italia entro le 48 ore avrebbe dovuto sottoporsi al tampone. La donna ha firmato l’autocertificazione e l’ha data ai poliziotti, ma lei sapeva che entro le 48 ore non avrebbe mai fatto il tampone. Il motivo era semplice: primo, perché non era ancora stato attivato il sistema di tracyng, secondo perché i tamponi erano previsti entro le 72 ore dopo l’atterraggio. Secondo Lopalco, era il tempo necessario per incubare il virus.

La donna con tampone negativo nuovamente in quarantena

Dopo due giorni la donna riceve una telefonata dall’asl per fare il tampone e risulta negativa. La tarantina chiede di inviarle via mail la comunicazione ufficiale, che sta ancora aspettando. Dunque, la Asl formalmente non ha mai interrotto la sua quarantena, eppure aveva il tampone negativo.  A distanza di due giorni la chiama nuovamente l’Asl e le dice che hanno saputo che hanno viaggiato in aereo con un positivo, per cui doveva rifare la quarantena. La donna ha protestato, ha detto di aver fatto il tampone 5 giorni dopo essere rientrata ed era negativa. Insomma, questa è una delle tante cose assurde in questa emergenza coronavirus.