Bari: alla scoperta del bistrot sociale dove i popoli dialogano a tavola

Si può avere saudade (il sentimento mistico di nostalgia appartenente in primis al Portogallo e poi al Brasile) di molte cose: di qualcuno che non c’è più, degli amati assenti oppure di un luogo caro come il paese natio. La storia di Ana Estrela parte da una malinconia romantica per il suo Brasile e che la porta nel 1999, dalla sua dimora oramai situata in Puglia, a darsi da fare in numerosi progetti d’inclusione sociale. Ex ballerina e coreografa, oltreoceano si occupa di ragazzi di strada; nel 2008, invece, a Bari fonda l’associazione Origens che diffonde la cultura brasiliana mediante l’arte e la danza. La svolta culinaria arriva nel 2013 con il lancio di “Ethnic Cook“, un bistrot sociale dove il cibo è solo un mezzo e non il fine.

E qual è allora l’elemento che caratterizza un ristorante prima ancora dei piatti serviti? Il dialogo senza dubbio. Si va in un locale pubblico per condividere eloqui, ma anche tanti silenzi a causa di quegli aggeggi maledetti con cui si fa zapping tra Facebook e Instagram. Qui, però, non c’è solo la sintonia comunicativa, bensì lo scambio culturale, l’incontro tra voci diverse e che si intersecano sullo stesso scacchiere chiamato universo. Da Ethnic Cook, forchetta e coltello assumono il ruolo di un trattato di pace mondiale volto a ridisegnare le vite di rifugiati, immigrati, donne: esseri umani intenti ad apprendere un lavoro e a conoscersi, sperimentando la dimensione dell’altro.

Il bistrot sociale multietnico nasce nel 2020 attraverso i finanziamenti dell’iniziativa comunitaria “URBIS” con il fine di creare servizi di prossimità presso le aree urbane a forte rischio di marginalità. <<All’inizio eravamo una cucina itinerante tra catering pubblici e privati. Andavamo da Bari a Foggia, Taranto e organizzavamo cene a domicilio, laboratori di merende per bambini. L’anno scorso, finalmente, abbiamo trovato ‘casa’>>, racconta Ana Estrela che da brasiliana verace sottolinea la capacità di questo popolo di trasformarsi e pensare a nuove opportunità.

Da Ethnic Cook sono serviti racconti di storie lontane che affondano le radici nell’amore per le proprie origini. Le mani che impastano, amalgamano, condiscono, portano a tavola semplicemente un’identità e tale commistione diventa un incontro tra popoli i quali desiderano integrarsi a partire dai fornitori che sono i fruttivendoli del mercato adiacente al bistrot e i negozi di alimentari dei pakistani e indiani. Si tratta di una ristorazione democratica e sociale e che s’impegna pure contro lo spreco alimentare. <<Le cene al Bistrot sono solo su prenotazione. Facciamo ogni giorno la spesa per il numero di presenti>>, asserisce Ana che spiega cosa aspettarsi da una serata qui. E aggiunge: <<Il menu è fisso e cambia ogni giorno. E’ composto dal Mezè, un antipasto con 2 pietanze afferenti a nazioni diverse e un piatto principale a base di carne, pesce, verdure, cereali accompagnato da riso o couscous, oppure bulgur e attiekè. Una volta alla settimana si svolge una cena a tema, dall’antipasto al dolce, e dedicata a una nazione specifica>>.

La clientela pare apprezzare i piatti eritrei/etiopi, i piatti afghani, palestinesi e i brasiliani. E non mancano i momenti fusion a base di orecchiette e panzerotti conditi con sughi e ripieni di altri posti. Chi entra è ammaliato dalle splendide foto di Michele Carmineo ed è spinto da una curiosità positiva la quale trascende le pizze di quartiere. Tra le ultime attività offerte, la concessione del certificato HCCP a 23 donne migranti, 2 donne italiane e 3 uomini dopo il corso sulla ristorazione. Inoltre, a giugno è stata lanciata ALBA: la sezione femminile dell’associazione Origens di cui la responsabile è Vanessa De Silva, presidente già di Abaporu e direttrice del Festival del cinema brasiliano nel capoluogo pugliese. In questo spazio le donne hanno la possibilità di sperimentare la cucina, ma allo stesso tempo ricevono un sostegno concreto per la loro vita.

Grazie a Ethnic Cook si può, quindi, iniziare un viaggio al fine di comprendere usi e costumi di mezzo mondo, ma soprattutto il grado d’intreccio tra culture e l’influenza reciproca. Accoglienza, inserimento e integrazione sono le costanti dell’attività che tenta di rinsaldare i rapporti trasformandoli in occasioni di reciproco guadagno nel raggiungimento di una convivenza basata sul rispetto e sulla cooperazione.

Veronica Otranto Godano

Bistrot Sociale Multietnico di Ethnic Cook
Bari
Telefono: 347 8130292

Fb: @Ethnic Cook
Ig: @ethnic_cook