Export vola, ma Cia Puglia lancia l’allarme per le difficoltà dei produttori

Da un report della Cia Puglia è emerso che l’export vola per i prodotti caseari pugliesi, mentre invece il prezzo del latte alla stalla è aumentato di un centesimo, quando al supermercato l’aumento è stato di +15 centesimi. Dai dati emerge come il divario tra chi guadagna tanto e chi ha difficoltà a coprire i costi di produzione è aumentato dall’autunno dell’anno scorso. La situazione a Bari per gli allevatori è drastica, e gli accordi, sia quelli a livello regionale che nazionale, non sono stati mantenuti. Gli allevatori di Bari si trovano in una morsa, con i prezzi riconosciuti al latte alla stalla troppo bassi e i costi insostenibili su energia elettrica, mangimi, carburante e materie prime.

La situazione drastica ovunque, nonostante l’export vola per i prodotti caseari

Anche a Brindisi e Taranto c’è la stessa situazione di Bari, e gli allevatori di questo passo saranno costretti a chiudere oppure a ridurre gli investimenti, il che causerebbe inevitabili ripercussioni sia dal punto di vista economico-occupazionale, ma anche sulla qualità finale del prodotto. A Foggia e Bat le cose non vanno meglio, infatti non c’è burrata senza il latte prodotto dagli allevatori, ma neanche caciocavallo e mozzarelle. Stessa situazione nel Salento, dove c’è grande sofferenza nella zootecnia salentina, bersagliata dai rincari, dai bassi prezzi del latte alla stalla e dalle innumerevoli difficoltà causate dagli eventi climatici estremi. Qualche speranza era sorta con il protocollo d’intesa regionale,ma gli accordi non sono stati rispettati.

Speculazione sui bisogni dei produttori

Piuttosto che assecondare l’intesa e mantenere gli accordi, si specula invece sui bisogni dei produttori, che devono vendere il prodotto per recuperare in parte le spese di produzione ingenti. Raffaele Carrabba, presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani della Puglia, ha sottolineato che in tutta la regione la situazione è pressoché la stessa, e ovunque si registrano contrazioni e difficoltà. E tutto questo accade mentre l’export vola dei prodotti caseari della Puglia, ma questo a beneficio dei rivenditori e non dei produttori, per i quali nulla è cambiato.