Bari, 5 neonati da novembre ricoverati per il virus sinciziale

Anche gli ospedali pugliesi si riempiono di bambini a causa del virus sinciziale. A Bari sono 5 i bambini che sono ancora ricoverati, e come ha detto la prof. Maria Elisabetta Baldassarre, professore associato di Pediatria presso il dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana, Sezione di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Università di Bari, l’incremento è visibile rispetto allo scorso anno. I piccoli pazienti ricoverati con bronchiolite aumentano e la fascia di età più interessata è quella dei primi due anni di vita. Tuttavia, sono i neonati a correre maggiori rischi, in particolare quelli prematuri e quelli cardiopatici.

Tanti i nuovi casi di virus sinciziale

Nel 2020 non c’è stato alcun caso di bronchiolite nel reparto dove opera Maria Elisabetta Baldassarre, mentre quest’anno, a partire dai primi di novembre, che ha coinciso con l’inizio della stagione epidemica, i  neonati ricoverati sono già 5. Lo scorso anno non ci sono stati casi perché le misure prese hanno avuto come risultato il contenimento del Covid. Adesso, invece, visto che la gente ha cominciato a circolare senza mascherina, ma anche a causa della riduzione delle temperature, il virus sinciziale ha colpito con anticipo e sta già causando tanti ricoveri.

Evitare di portare i bambini in posti affollati

La dottoressa Baldassarre ha sottolineato che bisogna evitare di portare i piccoli nei luoghi affollati. Il rischio di contagio è alto e bisogna fare molta attenzione. La professoressa ha detto anche che la situazione sarà questa fino a marzo, che è anche il periodo fino a quando durerà la stagione epidemica. I sintomi che destano allarme per il virus sinciziale nei piccoli sono difficoltà respiratoria, tosse insistente e rifiuto della poppata. Bisogna quindi contattare il pediatra e capire come agire per proteggere i bambini ed evitare che possano peggiorare. I rischi sono maggiori per i nati entro la 35esima settimana di età gestazionale, con malattie cardiache o polmonari. Esiste comunque una profilassi con un anticorpo monoclonale che viene effettuata da novembre a marzo con somministrazione mensile.