La Cia Puglia ha chiesto lo stato di calamità per la strage delle api regina

Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, ha chiesto al MIPAAF lo stato di calamità per l’apicoltura pugliese, come previsto dal D.L. 25 MAGGIO 2021, N. 73  ART 71 SOSTEGNI – BIS, e lo Stato di calamità anche per tutte le altre colture che la siccità ha completamente danneggiato. La strage delle api regina, causata da gelate, incendi, siccità, grandine e nubifragi, ha provocato una drastica riduzione della produzione di miele e la redditività è crollata dal 30% al 50%. Per questo gli apicoltori pugliesi hanno bisogno di sostegni e interventi, e sono ben 19mila quelli penalizzati dal calo della produzione di miele.

La strage delle api regina ha provocato il calo di miele

In Puglia gli alveari censiti sono circa 19mila e circa 400 sono invece gli apicoltori professionisti. Benedetto Accogli, presidente di Cia Salento, ha spiegato che alle conseguenze della Xylella sulla desertificazione del paesaggio si sono aggiunti quest’anno gli effetti devastanti della siccità e dei roghi estivi, ma a dare il colpo di grazia sono state le grandinate e i nubifragi delle ultime settimane. Con la strage delle api regina l’apicoltura salentina ha registrato perdite di produzione fino al 50%. Pietro De Padova, presidente di Cia Due Mari, ha detto che nei territori di Brindisi e Taranto non è andata meglio e sono sopraggiunti i problemi sui mieli d’agrumi.

Ovunque la situazione è critica

Anche nella BAT e nell’area metropolitana di Bari la situazione è critica. Gli apicoltori stanno affrontando una crisi notevole, ma anche Michele Ferrandino, presidente di Cia Capitanata, ha parlato di un’annata difficile anche in provincia di Foggia per via di problemi simili a quelli delle altre province. Mentre da un lato è stata ottenuta una altissima qualità, le quantità sono irrisorie e hanno causato ingenti danni economici. Le intemperie hanno compromesso la fioritura di ciliegi, mandorli, agrumi, asfodelo, trifoglio, azzerando le produzioni di nettare indispensabile per consentire alle api di colonizzarsi e svilupparsi per i successivi raccolti.