Operatori pugliesi si rivolgono al Tar per le discoteche chiuse

I gestori delle discoteche sono intenzionati a rivolgersi al Tar per riaprire i locali. Giorgia Lavorato e Luigi De Rossi, in rappresentanza degli operatori pugliesi che ancora oggi si ritrovano con le discoteche chiuse, hanno detto che hanno deciso di impugnare davanti ai giudici amministrativi del territorio competente, il nuovo Decreto che pare abbia dimenticato del tutto questo settore fermo da marzo 2020. La decisione deliberata dal Consiglio dei Ministri di tenere a tempo indeterminato le sale da ballo e altri locali simili ha scatenato tante polemiche, e i gestori si stanno muovendo tramite l’associazione Giustitalia.

Discoteche chiuse grave danno per gli operatori

Lavorato e De Rossi hanno affermato che quella del divertimento d’altronde è a tutti gli effetti un’industria. Le imprese sono 2.500, i dipendenti 50.000 e il fatturato nel totale è di circa 5 miliardi di euro. I gestori sanno che questo momento storico è particolare, ma la vita prima o poi riprenderà. La gente a quel punto saprà che un terzo dei locali ha chiuso probabilmente per sempre, perché lo Stato non li ha aiutati. Le  attività imprenditoriali da ballo da mesi non hanno entrate, ma devono pagare affitti e dipendenti. Molte famiglie vivono solo di questo, ma ci sono anche decine di migliaia di lavoratori stagionali che rientrano nel settore, come camerieri, musicisti, dj, barman, addetti alla sicurezza, ballerini, personale dei locali.

Ricorso al Tar da parte dei gestori

Gli esercenti del settore, tramite  ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali, patrocinati dagli avvocati di Giustitalia, hanno chiesto alla magistratura amministrativa di annullare il nuovo DPCM nel punto in cui impone la chiusura delle discoteche e dei locali da ballo all’aperto. Invece, i gestori sono a favore delle precauzioni sanitarie, compreso l’obbligo di indossare la mascherina anche durante il ballo. Inoltre, ritardare la riapertura delle discoteche implica il rischio concreto di far nascere luoghi abusivi dove si balla senza alcuna precauzione. Sono soprattutto i ragazzi a riunirsi in luoghi privati senza alcuna vigilanza e senza sicurezza sanitaria.