In Puglia arriva lo Sportello unico digitale Zes

Le imprese pugliesi che vorranno innovarsi e vorranno liberarsi della burocrazia dal 5 settembre potranno farlo grazie all’apertura dello Sportello unico digitale Zes. Si tratta di una specie di sostituto del «Suap» che verrà attivato nelle zone appartenenti alla Zona economica speciale, dove le imprese potranno presentare le istanze per aprire o ampliare le varie attività. L’avvio dello Sportello è stato annunciato dal commissario straordinario della Zes Adriatica, l’ing. Manlio Guadagnuolo, che Draghi ha nominato il 26 aprile con un decreto bollinato un mese dopo dalla Corte dei conti. Nella lettera firmata dal commissario si legge che piccole, medie e grandi imprese potranno chiedere l’Autorizzazione unica per realizzare i propri programmi in tempi Zes.

Lo Sportello unico digitale Zes è un sostituto del Suap

In pratica, chi vorrà investire nelle zone comprese nella perimetrazione della Zes potrà presentare istanza allo Sportello unico digitale Zes e potrà realizzare i propri progetti in tempi rapidi. Questo sarà possibile perché il solo interlocutore per le imprese che intendono investire è il Commissario Zes. Inoltre, l’autorizzazione unica sostituirà tutti i pareri, e le imprese non dovranno peregrinare da ente a ente. Dal 5 settembre per la Scia sarà necessario compilare il modello telematico in cui vi sono tutti i vari passaggi burocratici. Con un solo interlocutore con cui interfacciarsi l’impresa potrà svolgere ogni cosa in metà del tempo.

Non mancano incertezze e dubbi

La notizia dell’attivazione dello Sportello unico digitale Zes sta destando parecchio interesse nel mondo economico, e qualche speculatore ha mostrato di trovare interessanti gli investimenti nelle aree Zes, in particolare a quella Adriatica. Ad oggi le aree della Zes Adriatica riguardano 27 Comuni pugliesi e 11 del Molise. Le zone della zes nell’area pugliese includono un territorio di circa 3mila ettari. Tuttavia, non sono state assegnate tutte le aree e questo vuol dire che dovranno essere assegnate ancora oltre 260 ettari. Di conseguenza, la Puglia si ritroverà con almeno 350 ettari disponibili da riassegnare, considerato che altri 80 ettari verranno ottenuti da una selezione delle zone perimetrate attualmente.