Quando parliamo di vittime del Coronavirus, dobbiamo cercare di capire quali sono le loro storie ed avere un po’ di solidarietà soprattutto, nei confronti delle famiglie che hanno perso i loro cari davanti a questa immensa epidemia. Il fatto è che anche i media non hanno diffuso le loro storie, non si conoscono i nomi dei morti, si sa solo che sono deceduti a causa del Covid 19. Quello che è certo è che viene diffusa solo la loro età anagrafica. Per il resto però, non ci sono altre informazioni. Non ci è dato sapere chi sono queste persone anche per non generare panico oppure episodi di discriminazione. Intanto però, sono morti dimenticati, per cui non ci saranno racconti o episodi di solidarietà particolari.
Le vittime del Coronavirus, un’analisi
A proposito delle vittime del Coronavirus, c’è un numero di infettati crescente. Giorno dopo giorno anche leggendo semplicemente i bollettini delle Unità di Crisi regionali, ci sono anche tanti dubbi in merito a quanti siano effettivamente contagiati. La cosa sicura però è che nell’ambiente sanitario, i numeri cambiano di giorno in giorno. Quindi è anche difficile seguire i quali sono le storie delle singole persone.
La spersonalizzazione dei contagi con il Coronavirus
Con il Coronavirus c’è una vera e propria spersonalizzazione dei contagi, in quanto le persone non riescono a trovare una collocazione insieme alle loro storia all’interno di questa situazione così complessa. Ecco perché si lavora per ricordare sempre che si tratta di esseri umani e non certamente di macchine. Bisogna, quindi cercare di concentrarsi nuovamente sulle loro storie e capire chi sono le vittime del Coronavirus è importante per non dimenticarle.