Pomodori appesi, detti anche Nzerta, ecco come si fanno e si conservano

Detti anche Nzerta, i pomodori appesi sono una tradizione che ancora oggi viene praticata. Chiamati anche Nzerta, termine dialettale che indica appunto i pomodori appesi, la tradizione è bene radicata e sono in tanti ad occuparsi della conservazione dei pomodori. Il termine trae origine dai tempi antichi, esattamente dal latino sertum, che vuol dire corona, ghirlanda, e che è participio del verbo serĕre che vuol dire legare, intrecciare. Il prefisso ‘in‘ ha permesso di coniare la parola. Non si conosce la data precisa in cui iniziò l’usanza di preparare i pomodori in questo modo, ma è sicuro che fosse largamente usata nelle campagne rurali.

La tradizione è molto diffusa anche in Campania e in Calabria

Inizialmente l’abitudine di preparare i pomodori appesi nacque per l’esigenza di consumare il prodotto in inverno e poterlo gustare anche quando non poteva essere coltivato. La tradizione è molto diffusa anche in Campania e in Calabria e si procede alla preparazione dopo la raccolta di settembre. In questo punto della penisola i pomodori vengono preparati con le varietà ‘Gialletto‘ o ‘Regina‘. Il pomodoro gialletto è noto per la sua polpa soda e rossa, mentre il pomodoro regina viene coltivato tra Ostuni, Fasano e Monopoli, e si chiama così perché ha il calice a forma di corona.

Pomodori appesi come si preparano

Nzerta - pomodori appesi puglia
Preparazione dei pomodori appesi

Per la preparazione dei pomodori appesi bisogna infilarli con un filo di cotone e poi bisogna appenderli. Vanno lavorati subito dopo la raccolta per evitare che possano cadere e dopo aver appeso il filo si comincia a legarlo ad anello, facendolo lungo circa un metro. Appendere i pomodori in un luogo asciutto e fresco e mantenere i grappoli distanti tra loro. Sono tantissime le ricette che si possono preparare con questi pomodori.